Marchi italiani venduti all estero

Ecco aziende che, settore per settore, nel corso degli ultimi . Certo, i gruppi stranieri spendono miliardi di euro per portare a casa i marchi italiani , ma sono soldi che vanno alle vecchie proprietà, non portano valore aggiunto alla comunità e, . Sono solo gli ultimi grandi nomi italiani finiti sotto il controllo di colossi stranieri: secondo uno studio Eurispes, i marchi del made in Italy che hanno cambiato bandiera sono più di 430. Poltrona Frau, Gucci, Parmalat. I primi a far spesa da noi i francesi, ma il made in Italy è sempre più appetibile sul mercato asiatico.

Il marchio AR, azienda conserviera quotata in borsa, di Antonino Russo, è passata ai giapponesi della Mitsubishi.

Sembra quasi che i più famosi marchi italiani non siano più aziende: sono diventati merce di scambio. Quello che serve per acquistare (o vendere) le loro azioni. A chi preme quel tasto non importa se dietro quelle azioni ci sono persone, . Dalla fuga di cervelli alla foga dei francesi.

Presi dal monopoli(o) compravendi di case di moda italiane, conquistano percentuali di passione e qualità, lasciando sulle spalle delle Alpi emoraggie di dna artigianale Made in Italy. Guarda altre immagini sfogliando questa e altre gallerie fotografiche su QNM. ROMA (WSI) – I gelati Algida, il riso Flora, i baci Perugina, lo zucchero Eridania, le moto Ducati, le auto Lamborghini. Prodotti così italiani che più italiani non si può, simbolo della cultura e della qualità del Belpaese.

Eppure non sono più italiani da un bel pezzo.

Mantengono il marchio , certo, e sono anche . Articoli su Wire Repubblica e Sole Ore. Una lenta e agonizzante perdita delle aziende nazionali italiane, un tempo vanto del nostro paese, che oggi vengono . Il problema sono proprio loro, le holding straniere che si appropriano del grande artigianato nostrano lasciando solo le briciole al prodotto interno lordo dello stivale. Francia e Spagna alla conquista del made in Italy. DAGLI ALIMENTARI ALLA MODA, DALLE. AUTO ALLE MOTO, DAL CALCIO AGLI.

HOTEL, ECCO I NOSTRI MARCHI FINITI. E LO SHOPPING CONTINUA. Da Orzo Bimbo a Star, da Galbani a Parmalat fino alla Gancia: ecco tutti i marchi italiani del comparto alimentare passati in mani straniere. Una classifica dei prodotti top a marchio “made in Italy”. Negli ultimi anni, il numero di marchi italiani che hanno cambiato bandiera è cresciuto in maniera esponenziale e girando per Roma abbiamo provato a chiedere ai turisti di dirci il nome di un marchio ancora Made in Italy da una azienda . Basti pensare a marche come Kartell, Guzzini o Alessi.

E, in ogni caso, il gioco non vale la candela. Certo, i gruppi stranieri hanno speso circa miliardi di euro per portare a casa i marchi italiani , ma sono soldi che vanno alle vecchie proprietà, non portano valore aggiunto alla comunità e, in ogni caso, non valgono certo la perdita dei gioielli di famiglia. Infine, i pomodori pelati del gruppo Ar Alimentari, primo produttore italiano, sono stati venduti alla società anglo-giapponese Princes, controllata dalla.